È nel primo pomeriggio del 30 agosto 1888 che Umberto I, re d’Italia, visita Rimini.
Ogni giovedì proviamo a raccontarvi qualcosa di nuovo su Rimini e i suoi dintorni.
Oggi facciamo un salto indietro nella storia e ricordiamo anche le opere di Quinto Cenni e Paolo Bacchetti.

Quinto Cenni – Tenente Generale e ufficiali delle varie Armi in gran tenuta, 1880-98
Rimini e tutta la Romagna sono considerate ostili e pericolose per la monarchia.
Nonostante ciò, Re Umberto I decide di visitare il territorio.
Il sovrano è accompagnato dal principe ereditario, il futuro Vittorio Emanuele III.
Il treno reale è accolto festosamente dai riminesi.
L’entusiasmo guida la folla lungo tutto il percorso e verso il Municipio in piazza Cavour.
L’apice degli applausi e delle acclamazioni viene raggiunto a marina, per la visita allo Stabilimento dei Bagni e al Kursaal.
Nel volume “Storia di Rimini” – l’insegnante, storico, giornalista e scrittore Antonio Montanari – è presente proprio un passaggio dedicato a questa visita nel capitolo “Dall’Italia all’Europa, 1859-2004”.
Ci è riferito che il re rimane compiaciuto dell’accoglienza ricevuta, delle strutture balneari e della vocazione vacanziera della città, e pronuncisa la frase: «Qui può venire chiunque».
La frase sembra un traguco presagio del tragico legame che lega la Romagna e Casa Savoia.
Sempre a Rimini, due anni dopo, soggiorna l’anarchico Gaetano Bresci, lo stesso uomo che uccide poi Umberto I a Monza, la sera del 29 luglio 1900.

Una tela e pittura ad olio del XIX sec. di Paolo Bacchetti raffigurante Re Umberto I
Umberto I è stato rappresentato numerose volte.
Ricordiamo due romagnoli, che fra i tanti, hanno rappresentato con le loro illustrazioni e la loro arte il periodo.
Il primo è Paolo Bacchetti (1874 – 1886), pittore e decoratore forlimpopolese attivo per poco più di un decennio.
I suoi dipinti, i suoi ritratti e le decorazioni a tempera e ad affresco sono conservati a Forlimpopoli, a Bertinoro ed a Ravenna.
E proprio tra i ritratti si contano anche piccoli ovali come quello che ritrae un giovane Umberto I, vestito della divisa militare verde ornata di alamari e decorazioni.
Il re posa con lo sguardo fiero, rivolto verso destra. La capigliatura e i lunghi baffi sono trattati secondo la moda del tempo.
Segnaliamo poi l’opera di Quinto Cenni (1845 – 1917), giornalista e disegnatore, che è stato senza dubbio il maggiore uniformologo e studioso di cose militari che si possa annoverare nell’800.
È un appassionato cultore della storia dell’Arma dei Carabinieri e li raffigura più volte.
Ricordiamo, in riferimento a Re Umberto I le illustrazioni “I Carabinieri Reali” e “Lo Squadrone Carabinieri Guardie del Re“.

Quinto Cenni – I° Centenario Carabinieri Reali